EDITORIALI DAL 2010
Bregovic e l´inno ai Mondiali di Fiemme "C´è un fiore sulle Dolomiti, zumpa zumpa zumpa pà". Che inno! E che affarone: 84mila sacchi per 4 minuti, 350 Euro al secondo, un saldo post-natalizio da tuffarsi a pesce! In questa lunare storia c´è chi se la gode (Bregovic, detto El Brega, il geniale affarista-compositore), c´è chi se la ride (il popolo del web che si scompiscia per il formidabile rapporto qualità-prezzo), e ci sono gli allocchi (e qui lascio libera interpretazione). Ad ogni modo il motivetto non è così male. Certo, è buttato lì, sguaiato... Però sfoggia lo spirito vacanziero e sbarazzino del “Vamos a la playa”, il tormentone degli anni ’80: i Rigueira andavano in spiaggia, El Brega invece sceglie la montagna (e gli conviene). Nella sua travolgente banalità, commercialmente potrebbe anche funzionare. Comunque se l’opera riscuoterà consensi lo verificheremo nel tempo. Ci sono questioni che invece vanno poste ora.
1. Opportunità estetica. Ma che bisogno c´era di commissionare un brano, che dovrebbe esprimere una peculiare immagine territoriale, a un musicista che ha imperneato il suo sound su un particolarissimo folk-rock balcanico? Ma cosa c´entra? Ma allora perchè non la salsa o il flamenco o... la taranta? (Trento è 200 chilometri più vicina a Napoli che a Sarajevo). Qui non si tratta di fare i campanilisti, si tratta di vedere le cose con un minimo di stile: potrei mai ottenere una concessione edilizia in val di Fiemme per un grattacielo o una pagoda? No, non potrei: non c´è niente di male in un grattacielo ma è diverso se lo costruisci a Milano o a Tesero; e una pagoda si intona al panorama di Kyoto piuttosto che alle baite del Cermis.
2. Opportunità identitaria. Se ci rivolgiamo al mondo e adottiamo l´identità culturale di un altro territorio che tipo di messaggio inviamo? Che non abbiamo una tradizione musicale? O che siamo tanto inetti da non saperla reinterpretare? Ma, scusate, in uno spot turistico sulla val di Fiemme mostrereste gli impianti di Pampeago o il porto di Dubrovnik?
3. Opportunità politica. In tempi di crisi è davvero accorto esibire opulenza (sì, quella dei 350 euro al secondo)? Ricordiamoci che la nostra autonomia è nel mirino di quei tanti italiani che non ce l´hanno e ne nutrono giustificata invidia. Forse sarebbe meglio trasmettere più sobrietà.
4. Opportunità culturale. Ma che senso ha l’aver seminato (giustamente) ingenti risorse nella cultura se poi alla prima occasione non ci si fida di raccoglierne i frutti? Non si poteva fare di questo inno un´opportunità di sviluppo per le forze musicali autoctone? Per esempio: un mini-festival, un concorso con preselezione online e quindi serata finale a Cavalese con in gara i 10 migliori inni selezionati, suonati da una piccola orchestra. Giuria popolare dal vivo e commissione tecnica presieduta da un nome di prestigio (Baglioni? Morricone? Elio?...). Spendendo un terzo si sarebbe creato un bel fermento culturale e si sarebbero offerte chance alle realtà musicali trentine, specialmente alle più giovani e intraprendenti. E invece, come al solito, ha prevalso la comoda scelta del prodotto di importazione. Però, ragazzi, che prodotto! E che classe: “...faremo l’amore fino al mattino, zumpa zumpa zumpa pà”.
francesco pisanu - 09/03/13
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