Tra ieri e oggi stampa e siti parlano con toni di trionfo dell´approvazione della legge in cui c´è un articolo che agevolerebbe l´esercizio della musica dal vivo in locali con meno di 200 persone. Bella cosa ma purtroppo piccola cosa. La legge semplifica le pratiche burocratiche che i locali dovevano stupidamente assolvere per ospitare piccoli eventi e concerti. Ma non risolve affatto i veri bastoni tra le ruote:
1. SIAE (alti costi e code da terzo mondo che si fanno nei loro uffici).
2. ENPALS (richiesta di agibilità, obblighi teorici assurdi di copertura previdenziale anche per chi si fa una suonata in compagnia e si fa pagare con birra e patatine fritte).
3. Impedimenti per molti dipendenti di essere pagati con semplice nota e ritenuta d´acconto, in quanto qualsiasi intervento musicale remunerato (anche di 30 euro) costituisce un secondo lavoro.
4. La legge non chiarisce affatto quali siano orari, condizioni ambientali e emissioni sonore consentiti. Così l´incertezza giuridica tra esigenze dei locali e pubblica quiete resta tutta lì, tutta bella ancora da risolvere. E si tratta della madre dei problemi della musica dal vivo.
Sono queste le vere questioni con cui fare i conti! Apprezziamo che a Roma si sia fatto qualcosa, ma evitiamo, per piacere, i trionfalismi: sono decisamente fuori luogo.
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francesco pisanu