EDITORIALI DAL 2010
Un´agenzia per la cultura trentina Lettera aperta a Alberto Pacher - Presidente Provincia Autonoma di Trento
Caro Presidente, ti do del tu per efficacia espositiva, non certo per mancanza di rispetto e stima. L’interim di assessore alla cultura provinciale che ti sei accollato potrebbe costituire qualcosa di più di un breve e ordinario traghettamento dell’assessorato verso le prossime elezioni: lo dico conoscendo la tua sensibilità politica ad ampio raggio. Sono consapevole che non è questo il momento per invocare atti che richiedono impiego di risorse. Ti suggerisco pertanto un intervento “a costo zero”.
Premessa. Diffondere un’immagine virtuosa del territorio è il miglior mezzo per preservare la nostra autonomia. E la cultura in Trentino offre uno scenario vivo e variegato: una fitta rete di enti, fondazioni, associazioni che assicura ricchezza valoriale, eccellenza artistica e scientifica, coesione sociale. Tuttavia la necessità di fare i conti con risorse assai più limitate rispetto al passato fa ripensare obiettivi e comportamenti. Cosa può fare l’ente pubblico per allontanare il rischio che l’austerità raggrinzisca il corpo culturale che molti ci invidiano? Mi limito a indicare una strada, importante, che non implica impegno finanziario ma piuttosto sforzi progettuali e applicativi.
L’intervento. Serve un’agenzia (ufficio, organizzazione, coordinamento...) per la circuitazione culturale. Il problema delle nostre iniziative culturali (ne parlo spesso su queste colonne) è che il più delle volte nascono e muoiono subito dopo, lì dove sono nate. Quindi costano tanto e vendono poco. Questa prassi antieconomica deve finire. Se diminuiscono i contributi pubblici ma aumentano le possibilità di circuitazione la produzione trentina (quella che funziona) non può che guadagnarci. Sono la circolazione e l’esportazione gli obiettivi vitali che oggi la politica culturale deve perseguire: la produzione intellettuale va aiutata ad affermarsi entro e fuori i confini. Così le eccellenze possono meglio reggersi sulle proprie gambe, e si risparmiano risorse: risorse che andranno a concimare le realtà squisitamente amatoriali e locali, nella loro peculiare attività formativa e sociale.
Il rapporto con Trento. Pare che l’assessore Maestri sia già al lavoro per definire nuovi percorsi virtuosi su cui far transitare la politica culturale di Trento. Ecco allora una buona occasione per uno scambio di vedute tra Provincia e Capoluogo. E per una fruttuosa collaborazione tra istituzioni (vogliamo usare, una volta tanto in modo appropriato, la parola sinergia?). Certo, per coordinare la circuitazione delle eccellenze occorrono operatori dinamici. Forse è giunta l’ora di dare la sveglia a certe strutture sonnacchiose che preferiscono le comodità del microonde: comprare fuori pietanze precotte (magari a prezzi da haute cuisine) e quasi mai cucinare in casa prodotti da scambiare sul mercato.
“Dimidium facti qui coepit habet”, chi comincia è già a metà dell’opera, scriveva Orazio. Ecco, presidente, in questi pochi mesi di interim si colga l’occasione di avviare un processo virtuoso nella politica culturale trentina: potrà servire per farci affrontare meglio le... incertezze del futuro.
Ossequi e buon lavoro! francesco pisanu - 04/04/13
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