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Piano cultura. Maestri, avanti tutta!

Un piano tosto, quello dell´assessore Maestri, per lo sviluppo culturale. Ha un difetto: si disperde su troppe pagine. Ma ha un pregio: va nella strada giusta. Finalmente una struttura pubblica si guarda allo specchio, non per autocelebrarsi ma per ricercare la cellulite su cui intervenire. Un check-up del sistema culturale di Trento (e dintorni), seguito da un programma fitness.

Il check-up.
Il documento non è rassicurante: "gli effetti di questa crisi arriveranno anche qui". E´ impietoso verso la poltroneria istituzionale: "si importano spettacoli e non si esportano". Non fa sconti a certa politica cialtrona: "si indugia nell’autocompiacimento e si rimane lontani dal confronto sulla qualità". Bene! Forse c´è qualcosa di nuovo nell´aria. A Trento? E´ lecito sperarlo. Ma come smaltire il lardo che ci fa venire il fiatone quando in Europa corrono come gazzelle?

Il fitness.
Nella musica: "l’attivazione di reti, iniziative di scambio e contaminazione ". Nei musei: "non solo il grande evento che assorbe altre progettualità culturali". Nelle arti: "sostegno alla circolazione di giovani artisti in altri paesi, con bandi di selezione su basi qualitative"... E poi: "collaborazione tra comuni e PAT; sinergia con la promozione turistica; cultura d’impresa; Trento–Bolzano "... di roba ce n´è, per ragionare e fare.

Il fare.
Già. E sarebbe opportuno fare presto. Dal piano emerge l´urgenza di un coordinamento tra enti e Provincia che razionalizzi il sistema, che immetta più cultura di impresa, che favorisca un´offerta che guarda anche all´esterno e non solo all´orticello sotto casa. Un coordinamento quantomai necessario qualora si realizzasse (come auspica il piano) un passaggio di risorse dalla PAT ai comuni affinchè siano questi ultimi ad amministrarle in funzione delle specificità locali. Se ciò accadesse, in assenza di una forte intesa programmatica tra gli enti territoriali, peggiorerebbero solo le cose: ogni comune percorrerebbe la sua strada con un aumento sconsiderato degli sprechi. In questa prospettiva Trento detiene il doveroso insostituibile ruolo di coordinatore, mediatore, armonizzatore delle istanze culturali provenienti dal territorio provinciale.
E allora, via col programma! Si ricerchino intese collaborative con Rovereto (cosa ne pensa la Filippi?) e coi comuni più dinamici e ambiziosi. Alla Maestri va riconosciuto il merito di aver intuito la necessità di una svolta nella politica culturale e il coraggio di intraprenderla. Ci informi su ciò che fa e sulle eventuali difficoltà che incontra. Da parte nostra monitoreremo i fatti, contribuendo a far crescere il dibattito tra politica e mondi culturali. Per un sistema più agile, senza cellulite.

francesco pisanu - 03/05/13

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